Altre notizie sulla Crociata di Federico
Nel 1227 salì al soglio pontificio papa Gregorio IX, l'intransigente Cardinale Ugolino da Ostia, il quale impose subito a Federico di partire per la Crociata promessa. L'imperatore convocò immediatamente i crociati ed i pellegrini a Brindisi, ma nel caldo agosto scoppiò un'epidemia che fece molte vittime. Lo stesso Federico, che intanto era salpato con la sua nave, ne fu colpito e dovette tornare indietro per curarsi ai bagni di Pozzuoli. Il papa, però, non credette alla sua malattia ed il 29 settembre dello stesso anno, lanciò contro di lui la scomunica dalla cattedrale di Anagni.
Appena guarito, Federico riptrese i preparativi della crociata e nel giugno dell'anno successivo partì alla volta di San Giovanni d'Acri, dove sbarcò il 7 settembre. Poichè parlava perfettamente l'arabo e conosceva bene la poesia, la filosofia e la scienza araba, trovò subito un'intesa con il sultano Malik al-Kamil, con cui nel febbraio del 1229 stipulò un contratto: il sultano rese al regno franco le tre città sante, Gerusalemme, Betlemme e Nazaret, ed altri territori comprendenti gran parte dell'alta Galilea, la signoria di Toron ed in Fenicia, la parte di territorio di Sidone che i Mussulmani possedevano ancora. La restituzione che Riccardo Cuor di Leone , nel pieno della sua superiorità militare, era stato incapace di ottenere, Federico II la ottenne grazie alla sua micizia col sultano, senza infierire alcun colpo di spada.
Con l'accordo Gersalmme venne politicamente resa ai Franchi, ma, siccome riconosciuta città santa da entrambe i culti, cattolico e mussulmano, i mussulmani furono lasciati leberi di professare la loro religione, mantenendo il controllo sul complesso di Haram es-Sherif, con la Qubbat es Shakra o mosche adi Omar e la moschea di al- Aqsa, l'antica sede dei Templari.
Nell'antologia araba intitolata
Collana di perle si legge "Quest'uomo rosso di capelli, col viso imberbe e la vista debole, per il quale se fosse stato uno schiavo non si sarebbero spesi nemmeno duecento dirham...", e ancora "A giudicare dalle sue idee
era ateo e si prendeva gioco della religione cristiana". "Se non avessi paura di perdere il mio prestigio agli occhi dei Franchi, mai avrei imposto al sultano di rendere Gerusalemme".
[continua...]
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I always hope for the best. Experience, unfortunately, has taught me to expect the worst."
Elim Garak DS9
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