«Cielo, lei è un vegetariano!»
Le leggende e i luoghi comuni
Per riflettere e sorridere un po' vi proponiamo alcune delle domande più frequenti, basate su luoghi comuni che chi ha deciso di non mangiare animali si sente fare spesso. Infatti nessuno domanda mai a un carnivoro perché mangi carne. In compenso, non si ha ancora finito di pronunciare la frase «sono vegetariano» e immediata parte la domanda fatifica: «come mai?». «Ma è da molto tempo?». «Lo fai per religione?». «E non ti senti debole?». Quindi, «cosa mangi al posto della carne?». «Non rimpiangi mai una bella bistecca?»
Le domande che seguono sono standard. Sono veri e propri must. Tutti, ma proprio tutti, coloro che sono diventati vegetariani se le sono sentite fare.
«Beh, anch'io mangio poca carne»
Nove volte su dieci, dopo aver detto che siete vegetariani, vi sentirete rispondere così. Forse perché la gente si sente in colpa, davanti ai vegetariani, o semplicemente poiché l'impressione di fare qualcosa di non proprio "civile" in fondo è condivisa. Se avrete voglia di indagare scoprirete però che quel "poco" significa come minimo una volta al giorno. Se non è un panino al prosciutto a pranzo, è una bistecca a cena.
«Anche i vegetali soffrono?»
E' curioso, ma spesso, chi si nutre di agnelli, vitelli conigli e simili si preoccupa di spiegare ai vegetariani che la loro scelta sarebbe comunque ipocrita perché la sofferenza riguarderebbe anche le carote, i cavolfiori, carciofi e simili. Inutile dire che i vegetali non hanno sistema nervoso centrale nè terminali nervosi, quindi è piuttosto difficile sostenere che soffrano. In ogni caso, è bene sapere (e ricordare all'amico onnivoro) che anche il vitello o il capretto mangiano parecchi vegetali. Per aumentare di un chilogrammo un vitello ha bisogno di 13 chili di foraggio. Quindi se si è tanto sensibili al tragico destino dei vegetali sarebbe bene cominciare a smettere di mangiare animali.
Il leone mangia la gazzella. «E' la natura delle cose»
Curioso no? Mentre la specie umana cerca sempre di sottolineare la propria specificità nell'ambito del regno animale e non perde occasione per affermare la propria superiorità intellettiva e morale, quando si tratta di gustare una lepre in salmì si ricorda improvvisamente di essere un animale come gli altri e giustifica la propria golosità col fatto che la sua natura animale lo porta a nutrirsi di cadaveri. Sarà, ma le pantere non fanno allevamento intensivi. E' difficile sostenere che sia nella "natura delle cose" allevare animali in condizioni artificiali, relegati in box nei quali a fatica riescono a muoversi, inseminati artificialmente, nutriti con farine animali e scarti di lavorazione industriale.
«Ma da dove prendi le proteine? E il ferro?»
Provate a rilanciare la stessa domanda a chi ve l'ha posta, vi accorgerete che, tranne lodevoli eccezioni, quasi nessuno sa da quali alimenti si traggono ferro, sali minerali, proteine, zinco, ecc. Viviamo tutti di luoghi comuni: la carne fornisce ferro è uno di questi. Un modo per sbalordire l'interlocutore salace, se avete l'età per farlo, potrebbe essere quello di sventolare il tesserino dei donatori di sangue. Ecco; il ferro lo troviamo, eccome. Anche per altri che ne hanno bisogno. Non mangiare animali uccisi è semplicemente una scelta utile e generosa, nel rispetto di animali, umani e non umani, un gesto di amore per il pianeta in cui viviano.
«Pensi agli animali, ma a chi muore di fame nel mondo non ci pensi?»
Tipica, soprattutto nella sinistra. Di solito chi vi lancia questa accusa non si è mai interessato ai bambini che muoiono di fame e tanto meno se ne occupa concretamente. Vuole solo farvi sentire una persona superficiale che pensa agli animali quando nel mondo esistono drammi veri. Lo spreco di energie e risorse che comporta l'alimentazione carnea è già una risposta esaudiente. Un libro istruttivo come Ecocidio di Jeremy Rifkin potrebbe fare il resto.
«Sei vegetariano e bevi il vino?»
Perché l'uva è un animale? In punto è che bere vino è sintomo di gusto per i piaceri della tavola e in genere vegetariani o vegani vengono percepiti al pari di una setta di zeloti che amano autoflagellarsi e privarsi dei piaceri del vivere. Come se tutti i vegetariani dovessero essere anche salutisti, astemi, non fumatori o assolutamente coerenti con tutte le contraddizioni della vita.
«L'uomo ha sempre mangiato gli animali!»
Si, e ha sempre fatto le guerre, ucciso per denaro o semplicemente per uccidere. Gli uomini prevaricano con violenza le donne da millenni e da secoli ci sono gli schiavi, la religione fino a pochi secoli fa stabiliva cosa era lecito o no, quali i confini della libertà individuale. Dovremmo dedurne che ciò che si è sempre fatto è per se stesso giusto?
Ma non rimpiangi mai una "bella bistecca"?
Chissà poi perché la bistecca è sempre "bella" nelle parole dei non-vegetariani. Vero è che de gustibus non est disputandum, ma sinceramente a noi sembra più estetica una mucca che pascola serena in un alpeggio di quanto non lo sia una fettina di carne grigia tristemente adagiata su un piatto. E poi, come si può rimpiangere di aver risparmiato la vita a un essere vivente? E come sopportare, invece, di essere la causa della sua morte? Più che di rimpianti... parliamo di rimorsi allora!
A Cura di Rossana Vallino (da "Vegetariani? e allora?" di Viviana Ribezzo e Gabriella Crema, ed. Cosmopolis)
www.liberazione.it/giornale_articolo.php?id_pagina=50027&pagina=8&versione=testuale&zoom=no&id_articol...
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Rinascere ogni giorno per vivere davvero.
picciuz