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Paganino da Serzana


Paganino da Serzana o da Sarzana (Sarzana?, XIII secolo), poeta della scuola siciliana, scrisse la canzone Contra lo meo volere conservata dal manoscritto Vaticano Latino 3793.
Probabilmente conobbe Federico II nel 1226, in occasione del passaggio dell'imperatore da Sarzana.

La sua provenienza è comunque poco chiara. Serzana dovrebbe corrispondere al paese in provincia della Spezia, ma c'è chi sostiene che il poeta potesse provenire da Sarezzano (Alessandria) o da Serrazzano, frazione del comune di Pomarance (Pisa).


Contra lo meo volire

Contra lo meo volire
Amor mi face amari
donna di grande affari - troppo altera,
perchè lo meo servire
non mi por[r]ia aiutari 5
ver lo suo disdegnari - tant'è fera;
chè la sua fresca ciera
già d'amar non s'adotta,
nè giorno non anotta - là du pari.
Dunqua, s'agio provato 10
li affanni e li martiri,
c'Amor face sentiri - a chi gli è dato,
d'Amor prendo cumiato - e vòi partiri.
Lo partir non mi vale,
c'adesso mi riprende 15
Amor, chi non m'afende - poi li piace;
ca tutto lo meo male
di gran gioi si riprende,
s'ello ver me s'arrende - ed amar face
pur uno poco in pace 20
la mia piacente donna,
c'amor di bona donna - non discende.
Però s'a lei piacisse
d'amar, eo l'amaria:
co meco partiria - lo mal c'avisse, 25
e, poi lo mal sentisse, - lo ben vorria.
Sì com'omo distritto,
che non pote fuggire,
conveneli seguire - l'altrui voglia,
mi tene Amore afritto, 30
che mi face servire,
ed amando gradire - u' pur m'orgoglia
madonna, che mi spoglia
di coraggio e di fede.
Ma s'ella vol merzede - consentire, 35
tutto lo meo corrutto
serà gioi e dolzore;
ma più li fora onore, - s'a postutto
mi tornasse in disdutto - di bon core.
Ai! placente persona, 40
ciera allegra e benigna
di tutte altezze digna - e d'onore!
Ciascun omo ragiona:
quella donna disligna
che merzede disdigna - ed amore. 45
Dunqua, vostro valore
e mercede mi vaglia,
ca foco mi travaglia - che non spigna;
e vostra caunoscenza
ver mi d'amor si 'nflame 50
e a ciò me richiame - benvolenza,
avendo al cor sofrenza - ch'io l'ame.
Quando fra dui amanti
Amore igualemente
si mostra benvolente, - nasce[n] bene 55
di quello amore manti
piaceri und'omo sente
gioi a lo cor parvente - e tutto bene.
Ma s'ello pur si tene
ad uno e l'altro lassa, 60
quello, penando, attassa - ed è soffrente
del mal d'amor gravoso
pieno di disïanza
e vive in disperanza - vergognoso.
Dunqua, s'eo son dottoso - non è infanza. 65
Mercè, donna gentile,
a cui piacer aspetto,
vostro senno perfetto - mi conforte
e per me non s'avile
tenendomi in dispetto, 70
ch'io non aio rispetto - de la morte,
e ciò mi piace forte,
solo c'a voi non sia
ritratto a villania - per sospetto;
ca, se voi m'aucidete, 75
ben diria Paganino:
«troppo for'al dichino, - ben savete,
l'alto preio che tenete - in dimino».


[continua...]
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Elim Garak DS9

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