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Tommaso di Sasso

Tommaso di Sasso (Messina, XIII secolo) è uno dei tanti nomi di poeti della Scuola siciliana a cui si possono attribuire dei componimenti poetici ma non una biografia con dei tratti degni di nota.
Ha composto due canzoni, L'amoroso vedere e D'amoroso paese.

L'amoroso vedere


L'amoroso vedere
m'à miso a rimembranza
com'io già lungiamente
a l'avenente - ò tanto ben voluto;
ch'eo non por[r]ia tacere 5
la gioia e l'alegranza
che mi dona sovente:
allegramente - son da lei veduto.
A ciò mi riconforto
e merzede le chero, 10
c'a sè m'acolga sanza dimoranza:
per ch'io non fusse morto,
lo suo visagio altero
mi si mostra piagente per pietanza.

Grande d'amor pietanza 15
l'à toccato a lo core,
e, secondo ch'eo crio,
con gran disio - l'à fatta rimembrare
la dolze inamoranza
e lo suo servidore, 20
lo mal che soferio
e non partio - già mai per spaventare.
Ma s'ell'à, rimembrando,
l'amoroso vedere,
null'altra cosa fecila pietosa, 25
ma quando al suo comando
mi le dona a servire
e vita assai sofersi ed angosciosa.

Ancora si asomata
la natura v'avesse, 30
ben vi dia rimembrare
ca di mal fare - è troppo gran peccato.
Molto fora spietata
donna c'omo aucidesse:
ben por[r]ia ragionare, 35
ca ciò mendare - non este a nullo dato.
Ma voi pur m'aucidete,
se voi piu mi spreiate,
e poi null'altro mi potete fare,
ad[d]osso mi venite, 40
piangete e lagrimate,
pregate Dio che m'agia a perdonare.

Bella, per grande orgoglio
de la vostra fiereza,
miso di fin'amanza 45
in disperanza - fune molte fiate;
a zo ch'i' avere soglio
de la vostra belleza,
Amor mi dia certanza
con allegranza - piena di pietate. 50
Non mi siate più fera,
mettendomi a le pene
onde m'à sormontato con valenza!
Chè l'omo, poi dispera,
de la sua buona spene 55
e d[e] [ l' ]amore veneli temenza.





D'amoroso paese


D'amoroso paese
sospiri e dolzi planti m'à mandato
Amor, che m'à donato - a donna amare;
mai senza sospirare
Amore me no lascia solo un'ura. 5
Deo, che folle natura - ello m'aprese!
ch'io non saccio altro fare,
se non penzare; - e quanto più mi sforzo,
allora meno pozo - avere abenti;
e uscito m'è di menti 10
già lungiamenti - ogn'altro penzamento,
e s'io veglio o dormento - sent'amore.

Amore sento tanto,
donna, ch'io altro [ che penzar ] non faccio;
son divenuto paccio - troppo amando. 15
Moro considerando
che sia l'amore che tanto m'allaccia:
non trovo chi lo saccia, - ond'io mi scanto;
chè vicino di morte
crudel' e forte - mal che non à nomo, 20
che mai non lo pote omo - ben guerire.
Dunque pur vorria dire
come sentire - amor mi fa tormento,
forse per mio lamento - lo mi lascia.

Amor mi face umano 25
umile, curucioso, sollazante,
e per mia voglia amante - amor negando.
E medica piagando
Amore, che nel mare tempestoso
navica vigoroso, - e ne lo chiano 30
teme [la] tempestate.
Folli, sacciate: - finchè l'amadore
disia, vive 'n dolore; - e poi che tene,
credendos' aver bene,
dàgli Amor pene; - sperando d'aver gioia, 35
la gelosia è la noia - che l'asale.

Amor mi fa fellone
e leale, sfacciato e vergognoso;
quanto più son doglioso, - alegro paro,
e non posso esser varo: 40
da poi che cristallo aven la neve,
squagliare mai non deve - per ragione.
Così eo che no rifino,
son poco mino - divenuto a muru:
aigua per gran dimuru - torna sale. 45
Cotal doglia mortale,
gravoso male, - da meve stesso è nato,
che non aio nullo lato - che non ami.

Poi ch'i' sì lungiamente
agio amato, già mai non rifinai, 50
tardi mi risvegliai - a disamare,
chè non si può astutare
così sanza fatica uno gran foco;
ma consuma lo foco? - per neiente.
Dunque, como faragio? 55
Bene ameragio; - ma saver vor[r]ia
che fera segnoria - mi face amare;
chè gran follia mi pare
omo inorare - a sì folle segnore,
c'a lo suo servidore - non si mostra. 60


[continua...]
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"I always hope for the best. Experience, unfortunately, has taught me to expect the worst."
Elim Garak DS9

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