00 14/08/2007 13:16
Arrigo Testa


Le notizie biografiche si restringono alla firma presente sul manoscritto Vaticano Latino 3793 al termine della canzone Vostra orgogliosa ciera. L'autore si firma Notaro Arrigo Testa da Lentino; in passato, comunque, la sua provenienza è stata messa in dubbio anche a causa delle diciture discordati presenti in altri manoscritti (in uno la canzone viene attribuita a Giacomo da Lentini, in un altro ad un non meglio identificato Arrigus divitis): Arrigo Testa era identificato in Henricus Testa, podestà di Parma e probabilmente aretino di nascita.

L'unica canzone che ci è pervenuta, dedicata a Giacomo da Lentini, caposcuola dei siciliani, è Vostra orgogliosa ciera. In essa si ripropone il tema che è comune a tutti i poeti della cerchia di Federico II: l'amore, e in particolare, della conquista della donna.


Vostra orgogliosa ciera (1245)


Vostra orgogliosa ciera,
E la fera sembianza
Mi trae di fina amanza[1],
E mettemi in errore.
Fammi tener manera
D'uomo, ch' è in disperanza,
Che non ha in se membranza
D' avere alcun valore.
E in ciò biasimo Amore,
Che non mi dà misura,
Vedendo voi sì dura
Ver naturale usanza.
Ben passa costumanza;
Ed è quasi for d'uso
L'affar vostro noioso
Per levezza[2] di core.

Del vostro cor certanza
Ben ho veduto in parte;
Chè assai poco si parte
Vista da pensamento.
Se non fosse a fallanza[3]
Proponimento d'arte,
Che dimostrasse in parte
Altro, ch'ave in talento.
Ma lo fin piacimento,
Da cui l'Amor discende,
Sola vista lo prende,
Ed il cor lo nodrisce,
Sì che dentro s'accresce,
Formando sua maniera;
Poi mette fuor sua spera,
E fanne mostramento.

Però, Madonna mia,
Non può mondo passare,
Nè stagione obliare;
Ogni cosa in suo loco
Convien ch'ella pur sia,
Chè manifesto pare,
E tutto l'appostare[4]
Ver la natura è poco.
Vedete pur lo foco,
Che finchè sente legna,
Infiamma, e non si spegna[5],
Né può stare nascoso.
Cosi ha l'Amore in uso
Per fermo signoraggio,
Che cui tlen per vassaggio[6]
Convien che mostri gioco.

Non mi mostrate gioco
N'è gaio sembramento[7]
D'alcuno buon talento,
Ond'io avesse allegranza;
Ma mi tenete in loco,
Ond'io gran noia sento,
Chè fate infingimento
Di verace amistanza :
E ciò è gran fallanza,
Che così mi tradite.
Poichè tanto savite[8],
Trovate alcuna guisa,
Che non siate riprisa
Di sì gran fallimento;
Di vista o pensamento
Aggiate in cor fermanza.

Di me fermanza avete,
Ch'io son vostra tenuta[9];
Poi[10] lo mio cor non muta
Di far leale omaggio.
Dunqua, se voi mi siete
Di sì fera paruta[11];
Ben è strana partuta[12]
Per bene aver dannaggio.
Poi[13] savete ch'è oltraggio,
Cacciate la ferezza,
Che non è pregio altezza[14]
Verso umiltate usare:
Chè uom di grande affare
Perde lo suo savere:
Chè lo 'nganna volere
Per soverchio coraggio.

Note:
1. ↑ Di puro, di perfetto amore Salv.
2. ↑ Levità, leggerezza Salv.
3. ↑ A fallo, cioè per inganno.
4. ↑ Cioè il fingere Salv.
5. ↑ Spegna, da spegnare, che si trova nell' Albertano, e ne' Gradi di San Girolamo, ambedue manoscritti appresso di me Salv.
6. ↑ Vassallo Salv.
7. ↑ Sembianza, vista, aspetto.
8. ↑ Savete, sapete.
9. ↑ Possesso, cioè vostro schiavo.
10. ↑ Poichè Salv.
11. ↑ Apparenza, aspetto Salv.
12. ↑ Strano partito Salv.
13. ↑ Poichè Salv.
14. ↑ Alterezza, orgoglio.



[continua...]
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Elim Garak DS9

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