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Discorso sugli Italiani: la nostra storia, le nostre domande, i nostri problemi
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silvanapat
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09/08/2007
10:47
DANTE NELLA DIVINA COMMEDIA GIUDICA ALCUNI DEI PROTAGONISTI MEDIEVALI DI PALERMO E LI INSERISCE NEI SUOI CANTI.
INFERNO
III CANTO
PIER DELLA VIGNA
Dante e Virgilio si ritrovano in una foresta con alberi contorti da cui provenivano lamenti. Dante chiede spiegazioni riguardo l’origine dei lamenti e Virgilio gli suggerisce di spezzare una ramo per capire tutto. Dante accetta il consiglio e dal ramo escono sangue e lamenti di dolore:
“«Perché mi scerpi?
non hai tu spirto di pietade alcuno?
Uomini fummo, e or siam fatti sterpi:
ben dovrebb' esser la tua man più pia,
se state fossimo anime di serpi».”.
L’albero in realtà era Pier delle Vigna e gli racconta che tutte le anime che si sono tolte la vita diventano alberi e non avranno mai piu il loro corpo, che sarà appeso all’albero che custodisce la loro anima e tormentato dalle arpie. Dante lo pone all’inferno soltanto per essere un suicida e lo scagiona dall’ accusa di tradimento al suo imperatore Federico II.
INFERNO
X CANTO
FEDERICO II
“Dissemi: «Qui con più di mille giaccio:
qua dentro è 'l secondo Federico,
e 'l Cardinale; e de li altri mi taccio»”.
E’ qui che Dante mette Federico II accusato di essere un laico e di non credere nella vita eterna dopo la morte.
Nel sesto cerchio dell’inferno si trovano i dannati accusati di eresia; queste anime sono condannate in eterno a giacere in sepolcri infuocati.
Una leggenda narra che Federico II in fin di vita chiede perdono a Dio accusandosi di essere un peccatore ma a quanto pare Dante non crede al pentimento del sovrano e lo considera un epicureo piazzandolo nel VI cerchio
PURGATORIO
III CANTO
MANFREDI
Davanti al monte divino Dante e Virgilio sono indecisi su come scalare la ripidissima altura, finche non videro una schiera di anime che si avvicinavano e chiedono consiglio.
Una di queste anime si rivolge a Dante chiedendogli se conoscesse la sua identità, era biondo, bello e di aspetto nobile con un sopracciglio ferito ma Dante non lo conosceva.
Allora l’anima si presentò:
«Io son Manfredi,
nepote di Costanza imperadrice;
ond' io ti priego che, quando tu riedi,
vadi a mia bella figlia, genitrice
de l'onor di Cicilia e d'Aragona,
e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice.
Era Manfredi figlio di Federico II morto in battaglia a Benevento per mano di un soldato di Carlo D’Angiò. Manfredi vuole che Dante quando ritornerà al mondo terreno vada da sua figlia a dirgli la verità sulla situazione celeste del padre, cioè che la scomunica non gli ha tolto l’eterno amore divino.
Dante pone Manfredi nell’antipurgatorio perché in quanto scomunicato in vita prima di iniziare la purificazione devono attendere trenta volte il tempo che vissero in stato di scomunica.
PURGATORIO
VII CANTO
CARLO D'ANGIO'
[IMG]http://www.palermonelmedioevo.com/images/carlo%20d'angio.jpg[/IMG]
ante si trova nell’antipurgatorio in una valletta dove troviamo tutti i re che si sono riempiti di vizi non curandosi del loro lato spirituale e dei loro sudditi.
Erano seduti in un bellissimo prato verde ricco di piante e fiori dai colori più belli della terra da cui fuoriusciva un odore soave e dolcissimo, ma le anime in espiazione non percepivano niente di tutta questa bellezza la stessa cosa che era accaduta in terra ai loro sudditi.
“Quel che par sì membruto e che s'accorda,
cantando, con colui dal maschio naso,
d'ogne valor portò cinta la corda;”
In questo gruppo Dante pone Carlo D’Angiò un uomo che si riempii di vizi ma pentitosi prima di morire.
PARADISO
III CANTO
COSTANZA
D'ALTAVILLA
“Quest' è la luce de la gran Costanza
che del secondo vento di Soave
generò 'l terzo e l'ultima possanza».
Così parlommi, e poi cominciò 'Ave,
Maria' cantando, e cantando vanio
come per acqua cupa cosa grave”.
Ci troviamo nel primo cielo del paradiso quello della luna dove stanno le anime che non compirono i voti, qui Dante e Beatrice incontrano Costanza D’Altavilla madre di Federico II.
Dante pone Costanza in questo cielo perché ritiene attendibile quella leggenda che dice che Costanza si era ritirata in un monastero di Palermo ma poi fu allontanata dalle autorità ecclesiastiche per sposare Enrico VI di Svevia.
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Occhio per occhio....e il mondo diventa cieco (Gandhi)
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