00 30/07/2007 11:05

Innovativo anche in campo giudiziario, il sovrano di casa Hohenstaufen pose il criterio di equità al centro del suo impegno ad amministrare la giustizia senza eccezioni di sorta nel confronti di nessuno. Viene enunciato il culto della pace, di cui è garante il re, come riscontro consono della giustizia in un rapporto di armonica reciprocità.

In questo compito i giudici svolgono, in nome del sovrano, una funzione pressoché sacra, un intento che viene confermato da alcune puntuali correlazioni: il giuramento imposto a tutti i ministri di agire con equità, l'irrigidimento dei criteri di selezione ed il forte impegno per elevare il livello culturale dei funzionari regi.

Chi mette in discussione l'operato come chi disputa delle azioni sovrane, e per lui dei suoi ministri, commette sacrilegio. Per contrappasso con estrema severità è punito il ministro che nell'esercizio dell'ufficio devia dal mandato ricevuto.




Come oggi, vero Simona?

Ci vorrebbe oggi un Federico! Metterebbe a posto L'Italia.
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Occhio per occhio....e il mondo diventa cieco (Gandhi)